Dopo una serie di rinvii, il 21 ottobre
prossimo verrà discusso al tribunale militare il ricorso a suo tempo proposto
da Herbert Kappler, già comandante delle S.S. tedesche a Roma durante l'occupazione
tedesca e condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Insieme
al comandante delle S.S. furono giudicati, come si ricorderà, alcuni subalterni
che presero parte all'esecuzione della strage l'indomani dell'attentato di via
Rasella.
Dal processo emerse che Kappler non si
limitò ad ordinare la tremenda rappresaglia ma, portatosi sul posto, ne fu uno
degli esecutori materiali, si disse, per dare un esempio a qualche subalterno
preso dal panico dinanzi a quella nefasta orgia di sangue. Le vittime dell'orrendo
massacro (fra le quali i componenti di un'intera famiglia) furono 335, cioè
quindici più del numero che un precedente ordine di Hitler prevedeva per i 32 militi
tedeschi caduti il giorno innanzi in via Rasella.
Sono queste quindici vittime in più che
hanno pesato sulla condanna di Kappler.
Il tribunale condannò Kappler perché
aveva ucciso 15 proletari in più, crimine questo che non poteva essere giustificato
dalle leggi di guerra. La prossima discussione dinanzi al tribunale supremo
verterà appunto sulla questione di queste ultime vittime. Certamente Kappler
sosterrà che dei 15 assassinati sono stati riconosciuti "colpevoli"
10, dovendosi questi ritenere fatti fuori per rappresaglia perché nel frattempo
le vittime dell'attentato di via Rasella erano salite da 32 a 33. Perciò, di
tali omicidi non si doveva ritenere responsabile il Kappler che aveva agito per
ordine di Hitler.
Così l'ex comandante delle S.S. sarebbe responsabile di solo cinque
omicidi; rifatto il processo nessuna meraviglia se gli concederanno il diritto
di beneficiare dell'amnistia concessa dall'umanista Padre Palmiro, capo supremo
del P.C.I., e riavere la libertà per compiere altri omicidi di proletari nella
prossima guerra…
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