Non siamo noi a dirlo, ma – a proposito
delle "riforme" di Mossadeq – un corrispondente borghese su Il Corriere della Sera dell'8-10-1952:
"Ai possidenti di terre il nazionalismo allucinato delle
masse (quelle delle città; le altre non contano) ha sempre fatto comodo; hanno
speso molti soldi per istigarlo e tenerlo caldo. Il nazionalismo qui è un
deviatore; distrae le masse dalla concentrazione mentale sulla loro sconfinata
miseria, sostituisce al senso dello squallore e degradazione individuale un
senso di eccitazione e fierezza collettiva.
La nazionalizzazione del petrolio ai possidenti piacque assai.
Kascianì, che è in buoni rapporti sentimentali e altri coi possidenti disse che
la nazionalizzazione del petrolio faceva inutile la riforma agraria, cioè
togliere le terre ai ricchi enormemente ricchi, e spartirle e darle ai contadini.
Il petrolio avrebbe pagato quello che loro i possidenti non avevano affatto
voglia di pagare".
Capite, il progressismo?
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