Nello spazio di meno di un mese i tecnici
dello Stato Maggiore americano hanno regalato alla derelitta umanità una serie
di armi super-moderne, i cui effetti, se la terza guerra mondiale verrà,
saranno tali da far impallidire i mezzi di distruzione impiegati dalla troppo
misericordiosa Madre Natura. L'industria nelle mani del capitalismo pare che
pervenga a sottomettere le forze cieche del mondo fisico solo per esaltarne il
potere di distruggere corpi umani, invece che di assicurarne la prosperità.
Missili radiocomandati, flotte di portaerei armate di armi atomiche e, ultima grandiosa
conquista umana, il cannone atomico. Al loro confronto che cosa sono i tifoni,
i terremoti, le antiquate epidemie di peste o di colera, buone per il tenebroso
Medioevo?
Il missile radiocomandato è costituito,
pare, da un aereo da bombardamento pieno zeppo di esplosivi ad alto potenziale,
guidato dal suolo, o da un aereo pilota, mediante comandi trasmessi via radio.
Si perde un aereo, commentavano evangelicamente i militari del Pentagono, ma in
compenso si risparmia la vita dell'equipaggio che, per i particolari obiettivi
assegnati al missile, andrebbe certamente sacrificato! Non sarebbe cosa più generosa
fare un piccolo pogrom degli alti ufficiali del Pentagono e della Casa Bianca,
che sì e no assommano a poche centinaia di persone, e risparmiare i milioni di
vittime in preventivo? Ma dire ciò si-gnifica "svegliare gli istinti bassi"
delle folle, predicare l'odio sociale.
In quanto a portaerei il Pentagono
nemmeno sta male. In una recente intervista il Segretario americano per la Marina
dichiarava:
"Abbiamo
bisogno di 10 o 12 portaerei (oltre quelle esistenti). È attualmente allo
studio la possibilità di dotare le nostre maggiori unità da combattimento e le
nostre portaerei di motori a propulsione atomica, ed è soltanto questione di
tempo il raggiungimento da parte nostra della superiorità in questo campo".
Successivamente si è appreso, contemporaneamente alla
notizia che la Sesta flotta americana si stanzia permanentemente in quel mare
creato da Domineddio appositamente per gli americani che è il Mediterraneo, che
tutte le portaerei made in U.S.A. sono armate di bombe atomiche. Ci fanno sapere
cioè che mentre i napoletani o i genovesi lavorano, mangiano, dor-mono, nei loro
porti, racchiuse nei ciclopici fianchi della "Coral Sea" o della "Filippine
Sea", giacciono non sappiamo quante libbre di uranio pronte all'uso. Ciò
non si chiama affatto terrorismo o manifestazione di forza a fine
intimidatorio; nemmeno si può paragonare, fatte le debite proporzioni, alla canna
di pistola che il bandito preme sulla nuca della vittima. Ohibò, si tratta di "democrazia
protetta"…
Il cannone atomico realizza i sogni
futuristi degli ufficialoni di artiglieria di sostituire le antiquate salve di
obici e di shrapnells con raffiche di bombe atomiche. Immaginate se fosse
esistito al tempo dello sbarco americano a Salerno, Anzio, ecc. Si sarebbero
cancellate dalla faccia della terra quelle inutili città con relative
popolazioni, ma quante vite di ufficiali e sol-dati sarebbero state
risparmiate, ed evitato al Governo degli Stati Uniti di occupare del territorio
italiano quanto è bastato per seppellire i propri morti! Una vera meraviglia
della tecnica e anche della filantropia yankee, dato che a costruirlo sono
impiegate acciaierie, fonderie, officine meccaniche, elettriche, telefoniche,
automobilistiche e via dicendo. Ecco i graziosi connotati: canna lunga 12
metri, due motori da 500 cavalli forniscono l'energia sufficiente al movimento
dell'arma, due cabine di comando allacciate telefonicamente, gittata di 30-32
chilometri, calibro di 280 millimetri, marcia alla velocità di un autocarro su
strade comuni o su terreno accidentato grazie ai cingoli dei suoi due trattori,
i serventi al pezzo se-guono su autocarri, può sparare a volontà sia proiettili
comuni che atomici. Fra poco apprenderemo che tutti i reparti americani
stanziati sul suolo dell'Europa, avranno il loro cannone atomico in dotazione.
La borghesia americana ha giurato di terrorizzare il mondo intero per
non correre il rischio di dover terrorizzarsi al pericolo della rivolta delle
masse nullatenenti. Ma con ciò stesso affretta il giorno in cui le masse
sfruttate le porranno in termini di forza il quesito: o tu o noi.
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