(1952.01) Minaccia a mano armata

Nello spazio di meno di un mese i tecnici dello Stato Maggiore americano hanno regalato alla derelitta umanità una serie di armi super-moderne, i cui effetti, se la terza guerra mondiale verrà, saranno tali da far impallidire i mezzi di distruzione impiegati dalla troppo misericordiosa Madre Natura. L'industria nelle mani del capitalismo pare che pervenga a sottomettere le forze cieche del mondo fisico solo per esaltarne il potere di distruggere corpi umani, invece che di assicurarne la prosperità. Missili radiocomandati, flotte di portaerei armate di armi atomiche e, ultima grandiosa conquista umana, il cannone atomico. Al loro confronto che cosa sono i tifoni, i terremoti, le antiquate epidemie di peste o di colera, buone per il tenebroso Medioevo?
Il missile radiocomandato è costituito, pare, da un aereo da bombardamento pieno zeppo di esplosivi ad alto potenziale, guidato dal suolo, o da un aereo pilota, mediante comandi trasmessi via radio. Si perde un aereo, commentavano evangelicamente i militari del Pentagono, ma in compenso si risparmia la vita dell'equipaggio che, per i particolari obiettivi assegnati al missile, andrebbe certamente sacrificato! Non sarebbe cosa più generosa fare un piccolo pogrom degli alti ufficiali del Pentagono e della Casa Bianca, che sì e no assommano a poche centinaia di persone, e risparmiare i milioni di vittime in preventivo? Ma dire ciò si-gnifica "svegliare gli istinti bassi" delle folle, predicare l'odio sociale.
In quanto a portaerei il Pentagono nemmeno sta male. In una recente intervista il Segretario americano per la Marina dichiarava:
"Abbiamo bisogno di 10 o 12 portaerei (oltre quelle esistenti). È attualmente allo studio la possibilità di dotare le nostre maggiori unità da combattimento e le nostre portaerei di motori a propulsione atomica, ed è soltanto questione di tempo il raggiungimento da parte nostra della superiorità in questo campo".
Successivamente si è appreso, contemporaneamente alla notizia che la Sesta flotta americana si stanzia permanentemente in quel mare creato da Domineddio appositamente per gli americani che è il Mediterraneo, che tutte le portaerei made in U.S.A. sono armate di bombe atomiche. Ci fanno sapere cioè che mentre i napoletani o i genovesi lavorano, mangiano, dor-mono, nei loro porti, racchiuse nei ciclopici fianchi della "Coral Sea" o della "Filippine Sea", giacciono non sappiamo quante libbre di uranio pronte all'uso. Ciò non si chiama affatto terrorismo o manifestazione di forza a fine intimidatorio; nemmeno si può paragonare, fatte le debite proporzioni, alla canna di pistola che il bandito preme sulla nuca della vittima. Ohibò, si tratta di "democrazia protetta"…
Il cannone atomico realizza i sogni futuristi degli ufficialoni di artiglieria di sostituire le antiquate salve di obici e di shrapnells con raffiche di bombe atomiche. Immaginate se fosse esistito al tempo dello sbarco americano a Salerno, Anzio, ecc. Si sarebbero cancellate dalla faccia della terra quelle inutili città con relative popolazioni, ma quante vite di ufficiali e sol-dati sarebbero state risparmiate, ed evitato al Governo degli Stati Uniti di occupare del territorio italiano quanto è bastato per seppellire i propri morti! Una vera meraviglia della tecnica e anche della filantropia yankee, dato che a costruirlo sono impiegate acciaierie, fonderie, officine meccaniche, elettriche, telefoniche, automobilistiche e via dicendo. Ecco i graziosi connotati: canna lunga 12 metri, due motori da 500 cavalli forniscono l'energia sufficiente al movimento dell'arma, due cabine di comando allacciate telefonicamente, gittata di 30-32 chilometri, calibro di 280 millimetri, marcia alla velocità di un autocarro su strade comuni o su terreno accidentato grazie ai cingoli dei suoi due trattori, i serventi al pezzo se-guono su autocarri, può sparare a volontà sia proiettili comuni che atomici. Fra poco apprenderemo che tutti i reparti americani stanziati sul suolo dell'Europa, avranno il loro cannone atomico in dotazione.
La borghesia americana ha giurato di terrorizzare il mondo intero per non correre il rischio di dover terrorizzarsi al pericolo della rivolta delle masse nullatenenti. Ma con ciò stesso affretta il giorno in cui le masse sfruttate le porranno in termini di forza il quesito: o tu o noi.

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