(1952.01) Galleria delle truffe sindacali

Liguria, ottobre
Un piccolo episodio in una piccola fabbrica ligure; un piccolo anello di una lunga, interminabile catena di inganni e di tradimenti perpetrati dal mandarinume confederale ai danni della classe operaia. Ecco come si sono svolti i fatti:
Da alcuni mesi la ditta Belsana di Arenzano, una cartiera, non pagava i salari ai suoi trentacinque operai i quali esasperati decisero di mettersi in sciopero. Pronto intervento della Camera del Lavoro la quale, manco a dirlo, guidò il movimento con gli arcinoti metodi… classisti; infatti, dopo alcuni giorni di sciopero, il benemerito segretario della Camera del Lavoro di Cogoleto si recava ad Arenzano e ivi, dopo serratissimo colloquio col padrone della fabbrica fece riunire gli operai dicendo loro di aver avuto assicurazione dal sig. Pinco che i salari arretrati sarebbero stati pagati in un periodo di tempo molto breve, esortandoli a riprendere il lavoro, e non dimenticando, prima di lasciare lo stabilimento, di raccomandar loro di lavorare con impegno al fine di risollevare la pericolante azienda. Intanto fu dato loro un piccolo acconto e fu tutto.
Passarono cosi, fra continue proteste degli operai, alcuni mesi; infine, stanchi di vane promesse decisero un nuovo sciopero; ma questa volta, ammaestrati dalla precedente esperienza, senza… l'aiuto della Camera del Lavoro, la quale però, informata del movimento, non volle lasciare i suoi organizzati senza la… sua assistenza e provvide ad in-viare sul posto il suo degno segretario. Nuove riunioni e nuova e più grande fregatura. Tornassero gli operai al lavoro; l'azienda stava attraversando un periodo di crisi, ma il peggio era passato, nessuno avrebbe perso un centesimo dei salari arretrati; di ciò si rendeva garante la Camera del Lavoro, non solo ma, se per dannata ipotesi la Ditta non li avesse pagati, l'organizzazione avrebbe provveduto a corrispondere l'intera somma. Tale fu il discorso del mandarinetto di Cogoleto; intanto la ditta marciava al fallimento e gli operai dovettero, anche questa volta, accontentarsi di un piccolo acconto.
Particolare degno di nota; il capo della commissione interna si ebbe il doppio dei compagni di lavoro. Col fallimento venne il sequestro della fabbrica, ma alcune macchine prelevate da due operai della Camera del lavoro con l'aiuto di alcuni membri nella commissione interna presero il volo. Dove sono andate a finire codeste macchine? È quello che si chiedono gli operai della cartiera, molti dei quali hanno stracciato la tessera dell'organizzazione sindacale che ha saputo fotterli con tanto zelo, pur sapendo, come è stato loro comunicato, che, altra boiata, essa non provvederà alla assistenza legale che dei propri iscritti.
Poveri organizzati, se in tribunale saranno difesi allo stesso modo che ha saputo difenderli la Camera del Lavoro)!
Un commento? Fatti di questo genere si commentano da soli. La C.G.I.L. ne fornisce a bizzeffe, dimostrando in modo sempre più palese di essere divenuta il migliore strumento di difesa degli interessi della classe padronale.

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